Stupisce che sia proprio il dottor Piercamillo Davigo a esprimere giudizi stroncatori sull’utilità dell’Anac nel contrasto alla corruzione. Tangentopoli, di cui il dottor Davigo è stato uno dei protagonisti nelle vesti di inquirente, può essere considerata un esempio eclatante di come il momento puramente repressivo non basti. C’è chi è affezionato a una concezione palingenetica delle manette, ma i fatti dicono che a distanza di anni da quella inchiesta la corruzione non è stata debellata e diverse persone coinvolte e condannate in inchieste recenti per corruzione comparivano già nei fascicoli di vent’anni fa.
Quanto all’Anac, oggi la vera sfida è proteggerla dalle intemerate della politica che vorrebbe caricarla di una mole di funzioni ben oltre quelle originarie. Tuttavia il rischio di una megamacchina onnipervasiva potrà essere scongiurato dalla guida accorta e ponderata del presidente Raffaele Cantone.
Annalisa Chirico
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